Al Consiglio Europeo, l’Italia si è trovata al centro del dibattito (e dello scontro): frontiera meridionale dell’Europa, in questi anni ha svolto in solitudine con la Grecia sul fronte orientale, un lavoro di salvataggio e accoglienza degli immigrati provenienti dal Nord Africa. L’irrigidimento del governo e la richiesta di maggiore responsabilità e condivisione ha avuto il merito di smascherare l’atteggiamento di alcuni paesi europei sempre pronti con i sermoni morali e le pacche sulle spalle ma poco disposti a farsi carico dei gravami.

Alla fine, dopo un confronto serrato, si è giunti ad un accordo nella notte (ore 4.34) sottoscritto da tutti i paesi, con l’Italia protagonista in positivo. Il Presidente del Consiglio Conte è uscito dalla notte brussellese come il capo di un governo che è arrivato al Consiglio europeo con una sua proposta, un mandato parlamentare chiaro, l’ha difeso, ha messo la riserva sulle conclusioni, ha minacciato il veto e costretto il presidente francese Macron a sedersi al tavolo delle trattative per preparare una bozza dove ci fossero le ragioni di Roma e alla fine ha portato a casa un buon compromesso per l’Italia e l’Europa.

Angela Merkel per il momento, ha scongiurato una crisi con qualche concessione agli alleati della Csu bavarese che sperano in ottobre di non sprofondare alle elezioni regionali (non fatevi troppe illusioni). Questo vertice ha confermato Emmanuel Macron come il nemico dell’Italia, lo scrivo in senso politico, (rileggersi la dinamica amico/nemico di Carl Schmitt). Il presidente francese ha mostrato i suoi volti: prima arrogante, poi uomo di stato pragmatico attento a non sfasciare tutto e, finalmente un po’ più umile, quando insieme al presidente Conte ha evitato il black out europeo sull’immigrazione.

Non è una svolta epocale, ma un importante punto di partenza. Conte ha mostrato di possedere un profilo politico e non di essere un tecnico-mediatore tra due partiti. Il suo atteggiamento assertivo mi è piaciuto. Non sono predisposto all’euforia, ma vedere le categorie del Politico che recuperano lentamente terreno, è una buona notizia.